C.E.I.:Atti 23,6Paolo sapeva che nel sinedrio una parte era di sadducei e una parte di farisei; disse a gran voce: «Fratelli, io sono un fariseo, figlio di farisei; io sono chiamato in giudizio a motivo della speranza nella risurrezione dei morti». Atti 26,5essi sanno pure da tempo, se vogliono renderne testimonianza, che, come fariseo, sono vissuto nella setta più rigida della nostra religione. | Nuova Riveduta:Atti 23,6Ora Paolo, sapendo che una parte dell'assemblea era composta di sadducei e l'altra di farisei, esclamò nel Sinedrio: «Fratelli, io sono fariseo, figlio di farisei; ed è a motivo della speranza e della risurrezione dei morti che sono chiamato in giudizio». Atti 26,5perché mi hanno conosciuto fin da allora e sanno, se pure vogliono renderne testimonianza, che, secondo la più rigida setta della nostra religione, sono vissuto da fariseo. | Nuova Diodati:Atti 23,6Paolo quindi, sapendo che una parte dei presenti era composta di sadducei e l'altra di farisei, gridò a quelli del sinedrio: «Fratelli, io sono fariseo, figlio di farisei; è a motivo della speranza e della risurrezione dei morti che vengo giudicato». Atti 26,5Essi mi hanno conosciuto fin d'allora e possono testimoniare, se lo vogliono, che son vissuto come fariseo, secondo la più rigida setta della nostra religione. | Riveduta 2020:Atti 23,6Ora Paolo, sapendo che una parte era di sadducei e l'altra di farisei, esclamò nel Sinedrio: “Fratelli, io sono fariseo, figlio di farisei ed è a motivo della speranza e della risurrezione dei morti che sono chiamato in giudizio”. Atti 26,5poiché mi hanno conosciuto fin da allora e sanno, se pur vogliono renderne testimonianza, che, secondo la più rigida setta della nostra religione, sono vissuto fariseo. |
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